Il problema non è l’IA, siamo noi
Sandro Ghini
Un'intera catena di dipartimenti autonomi si occupava di letteratura, musica, teatro e divertimenti in genere per il proletariato. Vi si producevano giornali-spazzatura che contenevano solo sport, fatti di cronaca nera, oroscopi, romanzetti rosa, film stracolmi di sesso e canzonette sentimentali composte da una specie di caleidoscopio detto "versificatore".
George Orwell, 1984
Torino 15 maggio 2025, Lee Jarit Global Head of Publisher and Partner Relations di Audible conferma durante il panel “L'ascesa degli audiolibri: una panoramica globale e italiana” quanto già era stato annunciato sul sito di Audible solo un paio di giorni fa: Audible implementerà traduzione e lettura basate su ai all’interno della piattaforma.
Ok potrebbe finire qui, darci una pacca sulla spalla e dirci che è stato bello finché è durato.
In realtà è da ieri che mi frulla dentro un mare di considerazioni e pensieri ancora difficile da afferrare a pieno. Mi sento un po’ Max Pezzali quando canta “io di risposte non ne ho […] di domande ne ho quante ne vuoi”. Farò il possibile per mettere un po’ di ordine e di portarti con me in un paio di ragionamenti (o sragionamenti, vedrai tu).
Arriverò anche a toccare il “CI RUBA IL LAVORO” ma preferisco arrivarci con calma. Vivo il mondo digitale e di internet da quasi trent’anni e da più di venti lavorandoci dentro, certo non sono tanti ma non sono neanche pochi. Di tecnologie e di nuovi orizzonti ne ho visti passare parecchi, e morirne la maggior parte, ma quello che ho visto cambiare credo irrimediabilmente è il paradigma dello starci dentro che è passato da ATTIVO a PASSIVO.
Siamo passati da attori a spettatori. La tv è uscita dalla porta ed è rientrata dalla finestra. Prima di essere frainteso parlo di tv sintetizzando il sistema radio-televisivo commerciale inteso come broadcast-passivo basato su visualizzazioni (a suo tempo in tv era lo share) e sull’esposizione pubblicitaria. Il sogno di un internet libero e facilitatore di connessione tra popoli e persone e portabandiera della libera conoscenza si è tristemente infranto. Si è tristemente infranto quando ogni anfratto o quasi del web si è votato all’intrattenimento.
Ok forse la sto prendendo un po’ larga e rimando gli approfondimenti ad altra sede ma teniamo buono questo assunto di base.
Se tutto è intrattenimento l’unica cosa che serve è un pubblico. E se quello che ci serve è solo un pubblico l’unico obiettivo sarà quello di produrre sempre più materiale con cui intrattenerlo, magari cercando di massimizzare la forbice tra costo produttivo e ritorno economico.
Fin qui non sto dicendo niente di nuovo, credo. E quindi perché ora diventa potenzialmente distruttiva questa dinamica? Perché rischiamo di togliere le persone dall’equazione.
«Leggere non è il mio forte» diceva. I libri erano una merce qualsiasi, come la marmellata o i lacci per le scarpe.
George Orwell, 1984
Già oggi con un’intelligenza artificiale generativa possiamo farci suggerire le idee per un libro, chiedere di scrivercelo, fare la correzione di bozze, tradurlo in 50 lingue, impaginarlo, creare una copertina e poi farne la versione audio; e possiamo farlo con discreti risultati in termini qualitativi.
Quindi in linea teorica potremmo generare un libro dove solo l’input iniziale arrivi da una persona ma per creare il quale nessuna persona sia direttamente coinvolta nel processo produttivo.
Ampliando ancora la traiettoria questo contenuto potrebbe poi essere preso da un altro agente di Intelligenza Artificiale generativa ed essere sintetizzato in elenchi puntati e schemi oppure in un podcast a due voci che ce lo racconti. Fa già abbastanza paura no?
Nei miei corsi all’università invito sempre i miei studenti a riflettere sull’impatto che avrà nel mondo il loro progetto invitandoli a non generare altro rumore… Inizio a pensare che fra poco inizieranno a ridermi in faccia…
La cosa buffa è che l’IA a cui diamo tutta la colpa è l’unico personaggio innocente del film.
La stessa esistenza dei lanciafiamme prova che un tempo, da qualche parte, qualcuno ha detto a se stesso, "Sai, mi piacerebbe dare fuoco a quelle persone laggiù, ma non sono abbastanza vicino per farlo".
George Carlin
La volontà di massimizzare il profitto riducendo i costi e ottenendo il massimo risultato fa parte delle logiche di mercato ma il punto qui sta nella leva ovvero tra quantità di contenuti realizzabili e effort (impegno produttivo).
In una realtà di fruizione spostata quasi totalmente verso il subscription model e l’immaterialità (ne parleremo in un prossimo articolo) l’imperativo per i produttori diventa cercare di monopolizzare il mercato e il bene di scambio principale è il tempo. Come già si dicevano in Netflix “il mantra è competere sul tempo delle persone e il principale competitor è il sonno”.
In questo quadro appare chiaro che il problema non sta tanto in questa o quella professionalità che viene limitata o sostituita dall’IA ma è sistemico.
Soluzioni? Non lo so, onestamente non lo so ma è un tema che sarà sempre più cruciale.
Quello che credo è che uno spiraglio ci sia, anche se ancora non lo vediamo chiaramente.
Intanto per portarci avanti abbiamo creato una radio GRATUITA di voci umane e un’associazione per sostenere la voce di chi ha qualcosa da raccontare e la voglia di cambiare il mondo un pezzettino alla volta.
Comunicato sul sito Audible.com
https://www.audible.com/about/newsroom/audible-expands-catalog-with-ai-narration-and-translation-for-publishers
Dalla parte del mare
“Un Gesto per il Mare” è un progetto partecipativo che attraversa Genova e il Golfo Paradiso per raccogliere idee, buone pratiche e azioni concrete per proteggere il nostro mare. Un Manifesto del Mare e un catalogo di buone pratiche saranno il frutto di questo percorso condiviso, primo di una serie di 4 eventi dedicati alla tutela e alla protezione del mare, bene comune che in Liguria viviamo letteralmente sulla pelle.
Gli eventi sono organizzati da Posidonia Green Festival.
Gli altri appuntamenti sono:
venerdì 23 maggio a Bogliasco | Arte e Natura: chi pulisce il mare?
venerdì 29 maggio a Recco | Ocean Lovers
venerdì 6 giugno a Camogli | Turismo e Mare: quale futuro?
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