Aristotele a colazione | Un caffè con MLV #18

Scritto da 24/05/2025
la_musifavolista

Aristo’, spostati che tanto non ti capisco

So già che, in sala, qualcuno chiamerà in causa Aristotele, ma io non ho studiato filosofia, sto con le mani basse nel mero filo logico (o forse no) dei miei ragionamenti e, anzi, leggerò con piacere pareri di chi, invece, con Aristotele abbia fatto gran colazioni.

Ricordo di aver letto, diverso tempo fa in qualche forum, qualcosa a proposito della differenza tra riposo e svago, e che qualcuno paragonasse questo ragionamento alla differenza tra arte e intrattenimento. Letto, archiviato, sepolto sotto altre informazioni, a distanza di anni questo ricordo sommario riaffiora inaspettato perché sento parlare di audio-intrattenimento e audiolibri.

Al Salone del Libro abbiamo assistito ad una conferenza di Audible (ne parlava Sandro nella scorsa newsletter) che mi ha fatta riflettere su “cosa ci aspettiamo da un libro”, non solo audio bensì da libro inteso come contenitore di storie.

Un libro è un’opera d’arte o è intrattenimento?
Forse entrambe le cose?
Forse ci sono libri che sono più arte e meno intrattenimento e viceversa?
E un audiolibro, quindi è un’opera d’arte o di intrattenimento?
(e via così all’infinto…)

Io, da profana, mi sono fatta questa idea, che l’arte sia gesto dell’artista, colei/colui che può trasformare la propria arte in espressione pura di sé (in un moto centripeto) e/o in una forma di intrattenimento per l’atra persona (con un movimento, quindi, centrifugo).
Dunque se l’arte è il gesto attivo della persona, l’intrattenimento è il gesto passivo tramite il quale fruiamo della forma d’arte (quale essa sia), e l’inscindibile binomio arte-intrattenimento si fa portatore di relazione e sensibilità tra le persone.

Tra le persone.
Forse.

immagine non AI, con regolare licenza Freepik

Alessia, una lettrice della mia newsletter -Narratrice Nomade stavolta- mi scrive che "(…) la notte stellata di Van Gogh, ci darebbe le stesse emozioni se fosse stata fatta da una stampante 3D? Pur utilizzando gli stessi identici materiali nella stessa identica misura? No. Lo stesso per me vale per la voce. Se so che è una voce sintetica, non mi emozionerà.”

Così mi sono chiesta se davvero proviamo emozioni diverse davanti a immagini, foto, filmati, voci AI. E questa domanda ha portato con sé un ulteriore quesito: sappiamo/sapremo distinguere l’arte-intrattenimento AI da quella umana?

In un mondo che -nella media- va sempre più di fretta, che scrolla reel come (non) si sofferma a costruire villaggio intorno a bambini e anziani, che chiede e impone ritmi che il nostro cervello non può sostenere [consiglio sempre Elogio della Lentezza da leggere], che si abbona digitalmente e smette di toccare con mano, di possedere la musica, il cinema, i libri finendo per perdere il contatto con la realtà tangibile del gesto artistico…saremo in grado/avremo il tempo di distinguere ciò che ancora sarà gesto umano da ciò che arriverà da un’intelligenza artificiale?

E ancora: ciò che produce l’AI…è arte? È intrattenimento? È riempire dei buchi che crediamo essere vuoti e che, invece, sono solo gli spazi dei quali avremmo bisogno in qualità di corpi analogici che -forse invece- si illudono di essere diventati anch’essi digitali?

Alla fine non ho risposte, solo pensieri.

Penso che la lettura ad alta voce sia un gesto artistico di relazione e, nel momento in cui questa lettura arrivi da una voce AI, venga meno la relazione stessa.
Penso che l’audiolibro sia un prodotto artistico d’intrattenimento in molti casi e, nel momento in cui saranno letti dalle AI, non saranno più prodotti artistici né di intrattenimento.
Penso che in tutti i casi in cui non sussisterà più le relazione tra persone e sensibilità, avremo di fronte contenuti vuoti, riempiti da qualcosa di cui, forse, non avevamo davvero bisogno. O perlomeno, non così.

Le AI sono strumenti potenti e utili, se usati con moderatezza al servizio delle persone, ma non possono sostituirle e, secondo me, non succederà.
O meglio, penso che sicuramente qualche persona sceglierà di usarle in maniera -forse anche smisurata- ma esisterà sempre una forma di resistenza umana, che continuerà ad apprezzare il bello, l’arte e l’intrattenimento che parla da cuore a cuore e vibra sulla pelle.

Continueremo a volerci toccare, a voler stare negli spazi tra noi, a possedere la musica, il cinema i libri*.
Perciò continuiamo a scrivere, a dipingere, a cantare e a leggere ad alta voce.
Non saremo i soli 💋

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*e ricordiamoci che le AI sono strumenti che noi, in quanto persone, possiamo scegliere di usare o NON usare ;)


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