Energia e voce
Maria Grazia Tirasso
Quante volte capita di sollecitare gli allevi o gli attori con un ‘espressione che non sempre risulta comprensibile: Mettici più energia! Manca energia…
Energia è una di quelle parole che, a suon di usarle, finiscono col perdere di senso… e viene scambiata con il termine forza che, a sua volta sconfina in sforzo. E non solo non sono la stessa cosa, ma lo sforzo è un parossismo dell’azione che mai andrebbe fatto nell’utilizzo della voce e più in generale nel compimento di un’azione teatrale.
Ma cos’è l’energia dell’attore o quella di chi usa la voce?
E, prima ancora, cos’è l’energia? La Treccani la definisce: Capacità che un corpo o un sistema di corpi ha di compiere lavoro, sia come e. in atto, cioè che opera nel processo in cui si produce un lavoro ed è a esso commisurata, sia come e. potenziale, suscettibile di tradursi in atto attraverso opportune, varie trasformazioni.
L’energia è connessa all’actum, all’azione nel nostro caso fisica, vocale, teatrale ed è qualcosa di insito in noi in quanto corpi (anche chi usa solo la voce usa il corpo, perché la voce è prodotto del corpo) e lo è indipendentemente dall’attuazione del lavoro, è una potenzialità.
Sta a noi corpi parlanti e recitanti di attualizzare e quindi sfruttare la nostra energia, questa capacità che rende vitale l’azione, che manifesta l’esistere, come diceva Einstein. Ma qui non scomodiamo la scienza che non è materia mia! Restiamo al concetto di mancanza di energia nell’uso della voce: non significa necessariamente un volume troppo basso o una velocità troppo contenuta, è qualcosa di più. È la manifestazione di uno scarso impegno o interesse, di poca concentrazione e di distrazione altra parola sfruttata ma non troppo capita distrarsi vuol dire uscire dal cammino, dalla via che stiamo percorrendo a volte è salutare, ma nel caso di una distrazione nel mezzo di un compito da portare a termine, ci porta fuori dal compito stesso che risulta appunto deprivato di energia, di vitalità. Nello specifico la voce priva di energia risulta poco comunicativa, non convince. E, alla fine, che cosa vogliamo da una voce che ci parla, o narra? Io credo che vogliamo essere sedotti, nel senso etimologico del termine: vogliamo che quella voce ci porti con sé, nel mondo che sta raccontando, nella realtà che sta proponendo, in una vita diversa che l’energia nutre e veicola.
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